Ue: nasce centro vs cybercrime, violati 600mila account di FB in 24h


La Commissione europea ha proposto oggi di istituire un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica al fine di proteggere i cittadini e le imprese europee da queste crescenti minacce. Il Centro sarà istituito presso Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia, nei Paesi Bassi. Il Centro sarà il punto di riferimento europeo per la lotta alla criminalità informatica e si concentrerà sulle attività illegali online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolare quelle che generano ingenti proventi illeciti, quali le frodi perpetrate online tramite l’abuso di carte di credito e coordinate bancarie.

Gli esperti dell’Unione opereranno anche sul fronte della prevenzione dei reati inerenti alle operazioni di e-banking e alle prenotazioni online, aumentando in tal modo la fiducia dei consumatori nei servizi in rete. Il Centro mirerà anche a proteggere i profili dei social network dalle infiltrazioni criminali e contribuirà a contrastare i furti di identità online. Si occuperà anche dei reati informatici che causano gravi danni alle vittime, quali lo sfruttamento sessuale dei minori online e gli attacchi informatici contro le infrastrutture nevralgiche e i sistemi d’informazione dell’Unione.

"Milioni di cittadini europei utilizzano Internet per usufruire dei servizi di e-banking, acquistare online, programmare una vacanza o rimanere in contatto con familiari e amici attraverso i social network. Il tempo che trascorriamo online ogni giorno aumenta e la criminalità si adegua: nessuno è al riparo dai reati informatici", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. "Non possiamo consentire ai criminali informatici di interferire nel nostro uso quotidiano delle tecnologie digitali. 

Un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica presso Europol diventerà un nodo di cooperazione per la difesa di uno spazio virtuale libero, aperto e sicuro". Nel 2011 quasi tre quarti (il 73%) delle famiglie europee aveva accesso a Internet dalla propria abitazione e nel 2010 oltre un terzo dei cittadini dell'UE (il 36%) ha effettuato operazioni bancarie online. L'80% dei giovani europei sono collegati attraverso le reti sociali online e ogni anno vengono scambiati a livello mondiale circa 8.000 miliardi di dollari nel commercio elettronico. 

I reati informatici sono pertanto in aumento e i criminali informatici hanno creato un mercato redditizio che ruota attorno alle loro attività illegali, in cui i dati di una carta di credito possono essere acquistati per un solo euro, una carta di credito contraffatta per circa 140 euro e le coordinate bancarie per appena 60 euro. I reati informatici non risparmiano nemmeno i mezzi di comunicazione sociale: fino a 600.000 account di Facebook sono bloccati ogni giorno a seguito di vari tentativi di accesso abusivo e nel 2009 oltre 6.700.000 computer sono stati infettati da applicazioni maligne. 

Tra i compiti del Centro: segnalare agli Stati membri dell’Unione le principali minacce della criminalità informatica, allertandoli sulle rispettive carenze di difesa online; individuare le reti organizzate dei criminali informatici e i più pericolosi autori di reati informatici; fornire sostegno operativo alle indagini, tramite assistenza a fini forensi o della creazione di squadre investigative comuni in materia di criminalità informatica.

Per svolgere questi compiti e assistere più efficacemente inquirenti, magistrati e giudici degli Stati membri, il Centro raccoglierà informazioni provenienti da molteplici fonti: open source, industria privata, organismi di polizia e circoli accademici. Il nuovo Centro fungerà anche da base di conoscenze per la polizia nazionale negli Stati membri, mettendo in comune le competenze e le iniziative di formazione in materia di criminalità informatica a livello europeo. Potrà rispondere ai quesiti posti da inquirenti, magistrati e giudici così come dal settore privato su specifici aspetti tecnici e scientifici. Il Centro dovrebbe diventare operativo nel gennaio del prossimo anno. Per ulteriori informazioni si veda MEMO/12/221.


Via: Commissione Europea

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